(v.o. inglese, s.t. ted/fr) - da 10 (8) anni
Ken Loach - GB 2023 - 114'
Prix du Public UBS 2023
in collaborazione con il Locarno Film Festival e il CCL
L'Old Oak è l'unico pub aperto in una ex cittadina mineraria del nord est dell'Inghilterra, l'unico luogo pubblico in cui le persone possono trovarsi. TJ lo tiene in piedi con buona volontà ma rischia di perdere una parte degli avventori quando nel quartiere arrivano dei rifugiati siriani, tra cui la giovane Yara. TJ si impegna affinché le due comunità possano trovare un modo per comprendersi.
Sinossi
TJ Ballantyne è il proprietario dell'”Old Oak”, un pub situato in una piccola cittadina del nord dell'Inghilterra. Serve lì ogni giorno gli stessi clienti abituali e oziosi per i quali il posto è diventato l'ultimo posto per incontrarsi. L'arrivo dei profughi siriani creerà tensione nel villaggio. TJ farà però amicizia con Yara, una giovane migrante appassionata di fotografia. Insieme cercheranno di rilanciare la comunità locale sviluppando una mensa per i più poveri, indipendentemente dalle loro origini.
Approfondimento
L'Old Oak è speciale, è l'unico luogo di incontro pubblico rimasto in una comunità di minatori un tempo fiorente. Il proprietario TJ ci si aggrappa con le unghie, ma la sua presa scivola ancora di più quando l'arrivo di rifugiati siriani attira sul pub la rabbia della gente del posto. Fra TJ e una giovane siriana, Yara, nasce una tenera amicizia. Riusciranno a trovare un modo affinché le due comunità si possano comprendere? (Catalogo Festival)
Sentivamo di dover fare un film che riflettesse il coraggio e la determinazione del Nord-Est dell’Inghilterra malgrado i tempi duri. Poi abbiamo saputo dell'arrivo dei rifugiati siriani e abbiamo capito che era quella la storia da raccontare. (Catalogo Festival)
Un film necessario che riflette sul ruolo del documento che si fa memoria
Non c'è più quella che era una comunità che costruiva la solidarietà intorno alla comune operatività (e, quando è stato necessario) alla comune lotta per la difesa del posto di lavoro nell'attività mineraria. Sono rimasti nuclei familiari isolati tra cui sembrano prevalere solo coloro che vivono di recriminazioni e vedono in chiunque altro si avvicini loro un profittatore che vuole togliergli quel poco che gli è rimasto. Laverty, sceneggiatore, in un'annotazione sul protagonista TJ aveva scritto "TJ ha perso la speranza". La domanda che lui e Ken si pongono è se sia possibile coltivarne ancora un possibile germoglio. Lo trovano nei siriani che vengono alloggiati in appartamenti vuoti e che sin da subito vengono più respinti che accolti. Loach sin dalle prime immagini ci fa riflettere sul ruolo del documento che si fa memoria. Yara scatta foto al suo arrivo, prima che la macchina fotografica le venga fatta cadere a terra rompendosi. Nella sala ormai chiusa da tempo che si trova dietro il bancone del pub ci sono, appese alle pareti, foto degli scioperi degli anni Ottanta. L'arrivo di Yara ridà vita e senso non solo a quelle immagini ma anche a quel locale. La solidarietà che nasce dal basso per Loach è sempre stata la chiave di volta sia di storie individuali che collettive.
Non gli difetta però la lucidità per rendersi conto che a quest'ultima si oppongano forze disgreganti sempre più attive e invasive (social compresi). È contro questa deriva che fa sì che l'incontro con l'altro non sia più un arricchimento ma rappresenti solo una minaccia, che il suo cinema si fa speranza contro ogni possibile resa.